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Ti avevo visto, angelo, cadere in mezzo al traffico,
poi alzarti e piangendo, con gli occhi guardare in su. Ti ho vista, dietro un angolo, cambiarti in fretta l'abito e camminare, ma che fatica, non sai dove andare, e soprattutto non voli più. La strada bagnata sembra il cielo, gli occhi delle case le sue stelle, notte fonda che mistero, che malinconia, a forza di guardarti sento già che sarai mia, possiamo farci compagnia. Tu senza ali, io senza fortuna, che differenza c'è povero angelo, povero me, in mezzo a una città che russa, Una città parcheggio, tra facce sconosciute, noi camminiamo, ci fermiamo, senza accorgerci, arriviamo al centro esatto della musica, ed è una musica che colpisce, questa musica ti guarisce, ti riporterà lontano per ricominciare il volo, ma io sto qui e rimango solo. Con una luce che svanisce il cuore a pezzi e i suoi pezzi nella mano. .................................................................................................. Povero cuore, povero e mio, come vorrei provare anch'io a volare, salire sempre piu su, volare dentro un angolo, cambiarmi in fretta l'abito ed imparare a non avere tristezza, a non saper dove andare, a salutare e non tornare più, volare come un'elica di una aeroplano, poi passare sull'America, che da qui è così lontano. Conservare un po' di forza, un po' di fiato, per volare nella musica che ancora nessuno ha mai suonato. .................................................................................................. E sotto una città che dorme, una città parcheggio, senza parole, senza coraggio, e allora giù in mezzo al traffico per vedere cosa succede, per scoprir se, per un attimo, qualcuno mi vede, e ancora giù fino a quell'angolo, con un grosso batticuore, con gli occhi un po' bagnati e il cuore al posto del motore. |
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